Il Golden Retriever

La Storia del Golden Retriever

Sir Dudley Coutts Marjoribanks, divenuto più tardi Lord Tweedmouth, era un uomo d’affari di origine scozzese, con interessi anche nella politica, ma soprattutto una grande passione per tutti gli animali e per i cani e la caccia in particolare. Si racconta che Lord Tweedmouth, recandosi allo spettacolo di un circo russo, vide dei fantastici cani dal mantello d’oro. Rimase talmente colpito dalla loro destrezza ed abilità nel riporto che se ne innamorò a tal punto da convincere i circensi a cedergliene una coppia.

Al di là della leggenda in questione, è certo che verso la fine dell’Ottocento con la diffusione delle armi a cartuccia cambiarono anche i metodi di caccia. La raccolta della selvaggina, precedentemente fatta per singolo capo, venne rinviata alla fine della battuta, rendendo di conseguenza necessario l’addestramento di un cane che memorizzasse i punti di caduta per poi recuperare i capi a fine battuta. Di conseguenza, cani più veloci e intelligenti, capaci soprattutto di addentrarsi nei corsi d’acqua della zona, così da recuperare la selvaggina con maggiore celerità. Water Spaniel, razza oggi estinta, Setter e Wavy-Coated non sembravano più adatti alle nuove metodologie di caccia. Fù così che Lord Tweedmounth cominciò a pensare ad accoppiamenti fra cani diversi ma con peculiarità simili, per dare vita a una nuova razza con caratteristiche d’intelligenza, forza e versatilità che avesse anche una relazione speciale con l’uomo.

I registri ritrovati nel 1952 da Lord Ilchester, pronipote di Lord Tweedmounth, smentirono definitivamente la leggenda che il Golden Retriever discendesse dai pastori russi: i registri raccontano infatti una storia fatta di passione, intelligenza e tenacia. Per nostra fortuna Lord Tweedmouth era una persona molto attenta e scrupolosa nell’annotare meticolosamente tutti gli incroci, le cucciolate e i nomi dei cani. Nel 1868 Lord Tweedmouth fece accoppiare Nous, un Wavy-Coated giallo (progenitore dell’attuale Flat-Coated Retriever) che aveva acquistato qualche anno prima da un ciabattino di Brighton, che a sua volta lo aveva comprato da un certo Lord Chichester, con Belle, una Tweed Water Spaniel. Da quell’accoppiamento nacquero quattro cuccioli: due di essi, chiamati Cowslip e Primrose, furono tenuti a Guisachan, una femmina, Ada, venne donata al conte di Ilchester e andrà a fondare la linea Melbury, il maschio, Crocus, venne ceduto al figlio di Lord Tweedmounth, Edward.

“Questi cuccioli possono essere definiti come i primi Golden Retriever della storia anche se nella selezione di Lord Tweedmounth furono usati negli anni seguenti Setter rossi, Wavy nero e Bloodhound”.

Dopo le prime selezioni ad opera di Lord Tweedmounth iniziò la diffusione della razza, grazie anche al contributo di alcuni pionieri che si appassionarono al Golden. La figlia di Lord Tweetmounth, Lady Aberdeen , si trasferì in Canada, insieme al fratello Archie, portando con sé Lady, una Golden che registrò presso l’American Kennel Club nel 1894. Lady è stata la prima Golden registrata in assoluto, ben prima dei Kennel inglesi. Da lei, o da una sua figlia, nacquero i famosi Golden Culham Brass (1904) e Cuhlam Cooper (1908), di proprietà di Lord Lewis Harcout, amico di famiglia e compagno di caccia di Lord Tweedmounth. Lord Lewis Harcout ritirò i primi cuccioli da Guisachan e li allevò nella sua tenuta di Nuneham Park, Oxford. Dai Culham derivano il 99% delle linee degli attuali Golden.

Molti si appassionarono ai Golden presentati nelle esposizioni da Lord Harcourt: fra questi Mrs. Winifred Charlesworth, che divenne una delle più grandi estimatrici della razza, se non la più grande, dedicando ai Golden 44 anni della propria vita. La signora Charleswort aveva capito per prima che i Golden erano cani veramente completi e cercò, con tutte le forze, di portare avanti questa dottrina presso i cinofili dell’epoca, anche se allora molti non capirono. Il tempo poi le diede ragione. Nel 1911 la Charlesworth iniziò a scrivere lo standard della razza, istituendo anche il “Golden Retriever Club of England”, e selezionò dei soggetti con mantello liscio, di colore fra ruggine e mogano: questi Golden erano più leggeri e quindi più agili ed efficienti rispetto a quelli di Lord Harcourt, dal pelo ondulato. La Charleswort riuscì poi a far riconoscere la razza Golden dal Kennel Club inglese con il nome di “Golden of Yellow Retriever”.

Un altro pioniere della nuova razza fu il Conte Shrewsbury che nella sua tenuta “Ingestre” nei pressi di Stafford allevò i Golden con passione: qui nacquero i famosi cani Scamp, Tyne e i loro figli Yellow Nell e Beena. Si può quindi a ragione affermare che i tre allevamenti Culham, Noramby e Ingestre sono stati i primi e più importanti per la diffusione della razza. Nel 1920 venne finalmente adottato il nome di Golden Retriever, nome per la verità coniato qualche anno prima da Lord Harcourt e che ebbe poi il giusto riscontro fra i cinofili del Kennel Club inglese. Tuttavia bisogna attendere ancora parecchi anni per vedere il Golden ricevere il riconoscimento ufficiale: infatti solo nel 1960 la razza viene definitivamente riconosciuta dal Kennel Club inglese.

27 anni dopo arriva il riconoscimento da parte della Federazione Cinologica internazionale (FCI). Il Golden è incluso nel gruppo 8 ovvero nei cani da riporto, da cerca e da acqua.

Lo Standard del Golden Retriever

Per saperne di più su questa meravigliosa razza

Gruppo 8 – Cani da riporto, da cerca, da acqua Standard FCI n. 111 (26-06-1987)

Origine: Gran Bretagna

Aspetto generale: Il Golden Retriever è un cane armonico, attivo, potente, ben compatto nella sua andatura, di costituzione forte, con una espressione dolce.

Temperamento: Addestrabile, intelligente, con una naturale predisposizione al lavoro; è un cane gentile, amichevole e sicuro di sé. Testa Proporzionata e ben modellata.

Cranio: Largo senza essere pesante. Ben inserito sul collo.

Stop: Stop ben definito.

Naso: Preferibilmente nero.

Muso: Possente, ampio e alto. La lunghezza del muso deve essere circa uguale a quella dallo stop all’occipite.

Mascelle e Denti: Mascelle forti, con una perfetta, regolare e completa chiusura a forbice, cioè coi denti superiori che si sovrappongono a stretto contatto agli inferiori e sono impiantati perpendicolarmente alle mascelle.

Occhi: Marroni scuri, ben distanziati, con il bordo delle palpebre scuro.

Orecchie: Di taglia media e attaccate all’incirca a livello degli occhi.

Collo: Di buona lunghezza, netto e muscoloso.

Corpo: Ben equilibrato, reni corti, forti e muscolosi. Il torace deve essere profondo, il costato profondo e ben definito. La linea dorsale deve essere dritta

Coda: Attaccata alta e portata a livello del dorso; raggiunge i garretti senza essere ricurva sulla punta.

Arti Anteriori: Dritti con buona ossatura. Le spalle devono essere ben attaccate con scapola lunga. Il braccio deve essere lungo quanto la scapola in modo che l’arto sia ben piazzato sotto il corpo. I gomiti devono essere aderenti al corpo.

Arti Posteriori: Arti forti e muscolosi. Coscia robusta e grassella bel flessa. I garretti sono bassi, dritti se visti posteriormente e non devono ruotare né all’interno, né all’esterno. I garretti “vaccini” sono fortemente indesiderabili. Piedi: Rotondi, “di gatto”.

Andatura e movimento: Andatura energica. Gli arti si devono muovere paralleli al corpo. La falcata è lunga e sciolta, senza la tendenza ad alzare gli anteriori.

Mantello: Piatto o undulato con una buona frangiatura, il sottopelo deve essere folto e impermeabile.

Colore: Sono ammesse tutte le tonalità dall’oro al crema. Non deve essere né rosso né mogano. Una piccola macchia bianca sul petto è ammessa.

Taglia: L’altezza al garrese è per i maschi 56-61 cm e per le femmine 51-56 cm.

Difetti: Ogni deviazione dallo standard è da considerarsi un difetto, che va penalizzato secondo la gravità.

Nota: I maschi devono avere due testicoli di aspetto normale, ben scesi nello scroto.

Il Vero Standard del Golden Retriever

Articolo di Valeria Rossi, tratto da www.tipresentoilcane.com

PREMESSA: se qualcuno stesse pensando: “Vabbe’, ma avevi già fatto il “vero standard” del Labrador, perché anche il Golden? In fondo è lo stesso cane, ma col pelo lungo”… gli consiglio di parlare a lungo con allevatori e proprietari delle due razze. Che hanno in comune il fatto di essere entrambi retriever, questo sì: ma non hanno praticamente altro.

ASPETTO GENERALE: cane armonico, attivo, potente, ben compatto nella sua andatura, di costituzione forte, con una espressione decisamente di dolcezza. Ed è lì che ti frega.
Anzi, a dire il vero ti frega anche se non hai mai letto lo standard: perché vedere una cucciolata di Golden e innamorarsene perdutamente è un tutt’uno. Non solo sono l’immagine esatta che uno si forma nella mente quando pensa alla parola “cucciolo”; non solo hanno quegli occhioni assolutamente parlanti e quelle codine in perenne movimento che trasmettono gioia allo stato puro; hanno pure il mantello da peluche della Trudi, che dopo la vista ti conquista per l’eternità anche il tatto. Se poi leggi pure uno Standard che parla di cane “armonico, forte e dolce”…sei impanato e fritto. A quel punto te ne porti a casa uno, e scopri che…

CARATTERE ED ATTITUDINI: dire “docile, intelligente, disposto per natura al lavoro“, come scrive lo standard, è un modo indecoroso di prendere in giro la gente. Se non lo fai lavorare tu, provvede in proprio: e siccome il suo lavoro è il riporto, lui ti riporta l’inverosimile. La carta igienica (come nello spot, con gli stessi risultati), il rotolone di carta da cucina (idem), il figlio piccolo (che magari non aveva alcuna intenzione di essere riportato), il marito (e in questo caso sei tu che non volevi minimamente che te lo riportasse), la tua borsa (rassegnati: sarà sempre e solo ricoperta di bava canina, da oggi fino alla fine dei tempi)… eccetera, eccetera, molto Caldamente consigliato l’acquisto di palline e dummies (i riportelli morbidi usati per In questo, è vero, somiglia molto al Labrador (e a tutti gli altri retriever). Solo che il Labrador ti riporta cose a casaccio nel suo modo caciarone e un po’ tamarro, e magari riesci pure a sgridarlo; mentre il Golden ti arriva con quell’aplomb e quell’aria da signore distinto che sì, d’accordo, ha preso in bocca il ferro da stiro acceso (per il manico) e sì, ok, te l’ha consegnato mollandotelo su un piede (dalla parte della piastra): ma con una tale eleganza, e guardandoti con quella faccia da “guarda che bravo che sono stato! Merito un premio, vero che me lo merito?”… che tu non resisti alla tentazione di premiarlo davvero (e poi vai in ospedale a farti medicare il piede). In alternativa: lui decide di riportarti la bottiglia di salsa di pomodoro (quella di vetro), e tu decidi di fermarlo prima che arrivi da te con la faccia orgogliosa e goduta. Quindi gli dici: “NOOOO! Lasciaaaaa!”… e lui lo fa. Perché lo Standard ha ragione, è un cane docilissimo che obbedisce prontamente agli Dopodiché, se tu fai la faccia disperata (perché le bottiglie di vetro, lasciate cadere di colpo, capita che si rompano), lui prova un’immediata empatia – il Golden è un cane A quel punto tu dovrai: a) consolare il cane infelicissimo; b) arginare in qualche modo le grandi feste (impomodorate) che lui vorrà farti perché adesso è felicissimo (di essere stato perdonato); c) dargli l’ordine “a cuccia!”, perché devi pulire il pavimento; d) notare che il tuo “a cuccia” è stato inteso come un “vai pure a riposarti sul divano”; e) pulire il divano; f) pulire il pavimento; g) lavare il cane, che è un retriever specializzato nel riporto in acqua e che – anche qui come il Labrador – è capace di tuffarsi di testa in qualsiasi pozzanghera, abbeveratoio puzzolente o stagno putrescente… MA detesta con tutto il cuore la vasca da bagno. Quindi rimetterà i musi e ti toccherà ri-consolarlo, dopodiché lui sarà di nuovo felice come una Pasqua e te lo dimostrerà mettendoti le zampe in spalla e coprendoti di baci.

Ovviamente prima di essere stato asciugato (e a volte anche prima di essere stato risciacquato. Ti consiglio di lasciargli pure tenere i musi lunghi, anche se so bene quanto strazino il NOTA: sia chiaro che non è solo questione di vasche da bagno propriamente dette. Il Golden si fionderà sempre felicemente in qualsiasi cosa che contenga dell’acqua, ma solo quando e se lo decide LUI: se ce lo metti tu, che si tratti di un lago, di una piscina o appunto della vasca da bagno, sfodererà immediatamente la faccia da poverocane maltrattato e infelicissimo. Vivere con un Golden è come vivere con una tredicenne psicolabile (non in quanto malata di mente: proprio in quanto tredicenne) che nell’arco di una giornata è capace di passare ottocentosei volte dalla gioia sfrenata alla disperazione incontrollabile. Solo che la tredicenne, quando è contenta, magari salta e balla: il Golden salta (su divani e poltrone), balla (con te, mettendoti le zampe in testa), scondinzola a mille (abbattendoti mezza casa) e, più spesso che La tredicenne, quando è infelice, si chiude in camera sua a piangere e si leva dai piedi. Il Golden NON si chiude in camera sua e non si leva affatto dai piedi, anzi: ti sta a dieci centimetri di distanza con le orecchie basse, la coda fra le gambe e lo sguardo da cane abbandonato in autostrada, uccidendoti di sensi di colpa. Spesso si sente dire che il Golden è un cane “adatto a tutti” perché è sempre amichevole con tutti (vero); va d’accordo con gli altri cani e con gli altri animali (verissimo: oltre a vivere felicemente in branchi anche numerosissimi di cani, fa amicizia con qualsiasi essere vivente: se guardate le foto professionali che ritraggono cani e gatti insieme, nove volte su dieci il cane sarà un golden!); ama i bambini (dipende: però sopportarli, li sopporta. Anche quelli più rompipalle); non morde mai nessuno

(NOTA SERIA: attenzione ai Golden di dubbia origine, specie a quelli che provengono dal traffico di cuccioli dell’Est. Quelli mordono, eccome: oltre ad avere quasi immancabilmente la displasia dell’anca. O del gomito. O tutte e due). Invece io sostengo il Golden sia un cane adatto solo a persone dotate di una sana dose di cinismo, capaci di non emozionarsi troppo quando lui vi guarda così o vi dà le Se siete troppo sensibili, LASCIATE PERDERE questa razza: se proprio volete un retriever prendetevi, appunto, quell’adorabile tamarrone del Labrador, che è molto più tosto e non patisce niente. Lasciate perdere questa razza anche se siete sedentari A differenza del Labrador, che se non gliene fate fare a sufficienza vi disfa la casa, lui non manifesta quasi mai comportamenti distruttivi: però si comporta come le casalinghe frustrate che si ingozzano di cioccolatini. Ovvero, mangia tutto il mangiabile (e a volte anche l’immangiabile): cosa che tende a fare già di suo, ma che Ribadisco: il Golden è un cane da lavoro, un atleta, un eccezionale nuotatore (se Impedirgli di esprimere tutto questo e costringerlo a fare il cane da divano dovrebbe essere passibile di arresto per maltrattamento.

NOMI ALTERNATIVI: Non ho sentito, fino ad oggi, nomi particolarmente curiosi: di solito la gente per strada si limita a fare confusione tra Golden e Labrador, con la Dalla massa dei “banali” confonditori tra Golden e Labrador, però, emergono un FLATTEN (forse incrocio tra Flat Coated e Golden?!?) e soprattutto – udite udite – un GOLDRAKE! (però è anche vero che, quando vuole, “si trasforma in un cane missile – e riporta anche mille valvole“!)

TESTA: ben proporzionata e ben modellata. Trattasi in realtà di capoccione formato XXL, del peso di 80 kg circa, che vi ritroverete appoggiato sulle ginocchia per periodi misurabili in ere. Ovviamente voi vorreste spostare le gambe quando cominciano a formicolare in modo sinistro: ma non potete, perché lui vi guarda da sotto in su “con quegli occhi” (la frase “mi guardava con quegli occhi…” viene pronunciata dai proprietari di Golden almeno dodici volte al giorno, per giustificare inenarrabili cedimenti psicologici dell’umano che ha permesso al Golden di compiere altrettanto inenarrabili efferatezze) e quindi resistete fino alla paralisi totale.

OCCHI: ecco, qui lo Standard è davvero bastardo dentro. Perché dice solo “castani, Fine. Non si fa il minimo cenno all’espressività di “quegli occhi”, né al fatto che quando il cane ti guarda “con quegli occhi” tu perdi completamente il controllo. Ho sempre pensato che i rapinatori, invece di andare in giro armati di pistole ed altre cosacce pericolose, dovrebbero girare con un Golden al guinzaglio. Dopodiché gli basterebbe insegnare al cane a fare “quegli occhi” e dire a un qualsiasi passante: “Il Penso che qualsiasi persona al mondo gli svuoterebbe immediatamente il portafoglio Ovviamente, se il Golden è il tuo e se non impari in fretta a resistere a “quegli occhi”, sarai il suo schiavo perenne (certi cani che pensano di poter ottenere lo stesso Inutile aggiungere che il Golden ci marcia alla grande, anzi alla grandissima. Il Golden è un lavandino, capace di ingurgitare qualsiasi schifezza senza neppure Fon-da-men-ta-le insegnare al cucciolo il comando “Sputa!” per evitare che ingoi pietre, pezzi di legno, sacchetti di nylon, incarti di merendine (se c’è rimasto anche solo il vaghissimo odore di UNA briciola, lui manda giù tutto l’incarto, anche se è di plastica).

TRONCO: ben equilibrato, con reni corti, petto ben disceso, linea superiore orizzontale. Lo Standard ovviamente non vi dice che questo bel troncone di cane pesa una trentina di chili e che ve lo ritroverete in braccio ogni volta che vi siederete su divani/poltrone/letti. Farlo scendere? Provateci! Vi guarderà con “quegli occhi” e voi vi farete piccini, picciiiiiniiii… al che, ovviamente, lui si farà largo, lungo e ben disteso.

ARTI: diritti, forti, muscolosi… e, se fosse per il cane, in perenne movimento. Possibilmente movimento di nuoto in acqua, ma in alternativa anche movimento di corsa sfrenata nei prati. Possibilmente in compagnia, perché ci si diverte di più. Possibilmente in compagnia numerosa, perché ci si diverte ancora di più. Sarà per questo che molti Golden, facendo “quegli occhi”, chiedono al loro umano di prendergli prima un compagno/a, poi qualche amico/a. Poi, magari, di fare una cucciolata col compagno/a. Nonostante sia un cane di taglia medio-grande, quindi piuttosto ingombrante, è molto frequente che il Golden viva in coppia, mini-branco o brancone. Sembra che siano come le ciliege: uno tira l’altro. Conosco pacchi di gente che hanno cambiato radicalmente vita e si sono trasferiti in campagna (nei dintorni di fiumi o laghi) per avere casa e spazi adatti ai loro Golden: sono Ah…sappiate che avere un Golden dà finalmente un significato a quella canzone di Valerio Scanu che dice “far l’amore in tutti i modi, in tutti i luoghi e in tutti i laghi”: infatti l’idea appare decisamente cretina per quanto riguarda gli umani, Risposta: “Sì, ma non credo che lei sia già pronta…e comunque lui, quando vede E infatti, sequenza: tuffo-tuffo-tuffo, nuoto-nuoto-nuoto, gioco-gioco-gioco, Entusiasticamente DENTRO il laghetto.

CODA: Secondo lo Standard: attaccatura al livello del dorso, raggiunge il garretto, Secondo il proprietario di Golden: “ARGHHHHHHH!!!! Tenetegliela! Fermatela!

NOTA: Essendo frangiata e genericamente più pelosa rispetto a quella del labrador, fa meno danni quando vi sbatte sulle gambe (a meno che non sia bagnata, nel qual caso uccide). L’effetto sulle suppellettili di casa, invece, è identico.

MANTELLO: pelo piatto o ondulato, con buona frangiatura. Il sottopelo è fitto e Traduzione di “impermeabile”: l’acqua non raggiunge la cute perché si ferma tutta tra pelo e sottopelo: così, quando il cane si scrolla, allaga i cinque chilometri circostanti. Ergo: quando portate il cane a lavorare o giocare in acqua, l’impermeabile è meglio se lo mettete voi.

COLORE: qualunque tonalità dal color oro (nel qual caso avrete effettivamente un Golden, o al massimo un Labrador a pelo lungo, anche per il cinofilo stradale) al crema (nel qual caso avrete un pastore maremmano e perfino un pastore svizzero. Cosa che mi spinge a chiedermi: ma santa pupazza, il pastore svizzero bianco – oltre ad essere appunto bianco e non crema – è una razza recentissima, ancora rara in Italia e praticamente sconosciuta. E’ già curioso che il cinofilo stradale sappia della Insomma: le vie della cinofilia sono MOLTO più infinite e misteriose di quelle del Signore.

Le Patologie Ereditarie

Il termine “displasia” deriva dal greco e significa “formazione anormale”. La displasia dell’anca è quindi una patologia scheletrica caratterizzata da un anomalo sviluppo dell’articolazione coxo-femorale (incongruenza ossea e lassità legamentosa) le cui conseguenze si manifestano dopo la nascita. Il cane displasico può manifestare diversa sintomatologia: da una lieve zoppia alla totale immobilità. Poiché la patologia in questione ha una base genetica, ed è quindi ereditaria, è di fondamentale importanza che entrambi i genitori siano controllati tramite una radiografia prima della loro eventuale riproduzione. L’accoppiamento di cani displasici ha come conseguenza la nascita di un’alta percentuale di cuccioli displasici. Per correttezza bisogna aggiungere che la displasia dell’anca può essere fortemente aggravata da una non corretta gestione del cucciolo durante l’accrescimento e in particolare dai 4 ai 9 mesi di vita. In questo periodo delicato una scorretta alimentazione e l’esercizio eccessivo possono aggravare situazioni border-line. La radiografia di controllo deve essere fatta dopo il compimento dei 12 mesi di età da un veterinario autorizzato che la invia ad una centrale di lettura ufficiale (FSA o CeLeMaSche). La centrale di lettura emette una diagnosi che viene riportata sul pedigree del cane (in alto a destra) mediante l’apposizione di una lettera identificativa secondo il seguente schema: A – Normale B – Quasi Normale C – Lieve Displasia D – Media Displasia E – Grave displasia In Inghilterra viene usato un altro metodo di identificazione della displasia: il metodo Willis. La letture della radiografia con il metodo Willis prevede un punteggio che va da 0 a 53 per ogni anca, dove il punteggio più alto indica un’anca in peggiori condizioni e 0 è segno di assoluta sanità. I risultati delle due anche viene indicato con due numeri separati da un trattino (es. 3-1) Anche se un paragone tra i due metodi non può essere fatto in maniera sovrapponibile, il seguente schema può essere utile: FCI A B C D E Willis da 0 a 3 da 4 a 8 da 9 a 18 da 18 a 30 > a 30 I numeri sopra riportati si riferiscono all’anca con il peggior punteggio. Ad esempio un cane con un risultato di 4-7 sarà corrispondente ad una lettera B e non C come risulterebbe dalla somma dei due numeri. Numerosi Club di razza e Kennel Club dei diversi paesi europei hanno imposto delle limitazione alla riproduzione dei cani proprio per cercare di ridurre l’incidenza di questa patologia. In Belgio, Danimarca, Svezia e Finlandia possono essere riprodotti solo cani fino alla C e un riproduttore C deve essere accoppiato con un cane che ha una valutazione più bassa (A o B). Se non vengono osservate queste regole il pedigree non viene rilasciato. In altri paesi come in Italia i controlli sono fortemente raccomandati ma non sono al momento obbligatori. Displasia del gomito (ED) Si tratta di una patologia scheletrica che colpisce l’articolazione del gomito. La non perfetta congruenza articolare porta a fenomeni artritici, artrosici, distacco di frammenti ossei che provocano dolorabilità e zoppia nell’animale. I sintomi compaiono in genere intorno ai 4-8 mesi di età. Poiché la displasia del gomito è una patologia in parte ereditaria, i soggetti destinati alla riproduzione devono essere controllati radiologicamente. L’esame si effettua dopo il compimento dei 12 mesi di età. Come per la displasia dell’anca, la lettura delle radiografie deve essere eseguita da centri ufficiali che appongono sul pedigree un numero: 0 – Normale BL – Quasi normale I – Artrosi lieve II – Artrosi media III – Grave artrosi Come per l’anca anche per la displasia del gomito, in Italia i controlli sono fortemente raccomandati ma non sono al momento obbligatori.

Come molte altre razze, il Golden Retriever può essere soggetto ad alcune cardiopatie congenite e sembra presentare una predisposizione di razza per la stenosi subaortica, la displasia della valvola mitralica e quella della valvola tricuspide, oltre ad altre forme riscontrate con minore frequenza. Tali patologie sono ereditarie e possono essere potenzialmente trasmesse alla progenie. L’esame diagnostico più completo per identificare la presenza di tali patologie è l’ecocardiografia Doppler effettuata ad un anno di età, in quanto alcune di queste patologie sono progressive e possono sfuggire ad un controllo troppo precoce. Tra di esse la stenosi subaortica (SAS) è la più diffusa cardiopatia congenita ereditaria nel Golden Retriever e la sua incidenza in questa razza è molto più elevata di quanto in precedenza sospettato tanto che la razza Golden viene elencata fra le razze più frequentemente soggette a tale cardiopatia (e comprendenti Boxer, Terranova, Pastore Tedesco e Rottweilers). Uno studio dell’Università della California del 1994 afferma che il Golden Retriever ha un rischio di manifestare la patologia 5,5 volte maggiore rispetto ad un cane di un’altra razza (escluse le precedenti). La SAS è un restringimento fibroso del cono arterioso del ventricolo sinistro che determina una resistenza al passaggio del sangue dal cuore al circolo sistemico. Il ventricolo sinistro si ipertrofizza (diventa più muscoloso) per controbilanciare questa ostruzione ed aumentare la sua capacità di pompare sangue a valle del restringimento. Di conseguenza il cuore ha bisogno di più apporto ematico che se non viene soddisfatto determina gravi danni ischemici e strutturali al cuore stesso. Il meccanismo di trasmissione della SAS è stato identificato per la prima volta nel Terranova e successivamente confermato uguale anche nel Golden Retriever. Si tratta di un gene autosomico dominante che determina una proliferazione anomala di tessuto endocardico nel tratto di efflusso del cuore sinistro durante il suo sviluppo; il che significa che basta uno solo dei genitori affetto per produrre progenie malata. Il gene si esprime nella popolazione canina secondo un meccanismo a “penetranza incompleta”, pertanto un individuo che presenta la patologia anche in forma lieve può produrre progenie gravemente ammalata. Per queste ragioni viene unanimemente ritenuto dalla comunità scientifica che i soggetti che presentano tale patologia (anche in forma lieve) dovrebbero essere esclusi dalla riproduzione. La sintomatologia della SAS varia da forme lievi asintomatiche, nelle quali il soggetto conserva una buona qualità e aspettativa di vita, a forme gravi e/o mortali. I principali segni clinici sono: soffio sistolico crescendo–decrescendo sul focolaio aortico di intensità variabile, auscultabile dal veterinario ed associato ad un polso arterioso debole, intolleranza all’esercizio fisico, affaticamento, sincopi, collassi, ed eventuali segni più tardivi associati all’insufficienza cardiaca congestizia cronica, fino alla morte improvvisa anche in giovane età. Dunque nelle sue forme più gravi è una patologia che affligge gravemente la qualità di vita del soggetto affetto e può portare a morte. La patologia viene controllata nelle sue forme più gravi attraverso farmacoterapia, mentre le soluzioni chirurgiche al momento disponibili rappresentano una scelta secondaria in quanto rischiose, soggette a recidive e non sempre risolutive. Recentemente la centrale di lettura ufficiale FSA ha istituito un osservatorio per le cardiopatie del cane e del gatto, dal quale risulta che la SAS è la più frequente cardiopatia canina ereditaria (http://www.fsa-vet.it/node/61). A testimonianza dell’importanza di questo tema per la salute dei nostri beniamini anche la facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Milano, in collaborazione con il laboratorio per il controllo delle malattie genetiche del cane e del gatto Vetogene, ha di recente istituito un Osservatorio per le cardiopatie (OVIC, http://www.osservatorioveterinariocardiopatie.com/convenzioni.htm), che si propone di raccogliere e diffondere dati clinici, epidemiologici ed ecocardiografici sulle principali cardiopatie del cane e del gatto, e sulla loro eventuale predisposizione di razza. Riassumendo, il diffondersi della SAS può essere controllato sottoponendo i riproduttori a visita cardiologica ed ecocardiografia Doppler, l’unico esame veramente in grado di intercettare e stadiare la malattia, ad 1 anno di età: pur essendo una malattia progressiva, infatti, se i parametri registrati a quest’età sono nella norma, il soggetto può ragionevolmente essere considerato esente dalla patologia e nello stesso tempo viene controllato per tutte le altre cardiopatie. Il RCI suggerisce di sottoporre tutti i soggetti riproduttori a controllo cardiologico da parte di un veterinario specialista cardiologo ed ecocardiografia Doppler ad un anno di età e di riprodurre soltanto i soggetti esenti da cardiopatie ereditarie.

Tra le patologie oculari ereditarie più gravi che colpiscono i Retrievers ricordiamo l’Atrofia Progressiva della Retina (PRA, prcd), la cataratta ereditaria e la displasia della retina (nella sua forma “geografica” o “totale”). Tali patologie sono trasmissibili ereditariamente, possono condurre a cecità il soggetto affetto e/o determinare la produzione di progenie cieca. Altre patologie oculari ereditarie invece affliggono funzionalmente ed esteticamente il soggetto, ma non ne compromettono a livello grave la salute, come ad esempio: l’ectropion, l’entropion e la distichiasi. Per la prevenzione di queste ed altre patologie oculistiche, alcune delle quali sono progressive (cioè insorgono in età adulta, come la PRA), è necessario il controllo dei riproduttori da parte di veterinari oculisti specialisti che attestino, dopo visita oftalmologica, l’assenza di lesioni oculari riconducibili ad oculopatie ereditarie con un certificato ufficiale. La certificazione deve essere ripetuta annualmente per i soggetti riproduttori e non deve essere più vecchia di un anno dal momento dell’accoppiamento. Di seguito si riporta una tabella indicativa delle principali oculopatie ereditarie nel Golden e della possibilità di riprodurre i soggetti che ne sono affetti. Ricordiamo a tal proposito che alcune di tali patologie presentano una diversa espressione ed ereditarietà nelle diverse razze Retrievers, come ad esempio la displasia della retina (che nel Labrador, a differenza del Golden, è determinata da un gene autosomico dominante che determina frequentemente cecità alla nascita ed è associata ad anomalie ereditarie oculari multiple e a difetti scheletrici sistemici). Pertanto, le indicazioni suggerite riguardo alla riproducibilità del soggetto sono da riferire esclusivamente alla razza Golden.

Entropion: Breeder Option

Ectropion: Breeder Option

Distichiasi: Breeder Option

Cataratta: Non riproducibile se affetto

Atrofia progressiva della retina (PRA, PRCD): Non riproducibile se affetto

Displasia della retina multifocale: Breeder Option

Displasia della retina geografica: Non riproducibile se affetto

Displasia della retina totale (con parziale o totale distacco della retina): Non riproducibile se affetto

La dicitura “breeder option” fa riferimento al fatto che, nei casi citati, la decisione di riprodurre il soggetto viene lasciata all’allevatore, trattandosi di patologie che non affliggono in maniera sostanziale la qualità di vita del soggetto stesso né quella della sua eventuale progenie e/o il cui meccanismo ereditario non è accertato per la razza.

Ricordiamo che, già da alcuni anni, sono disponibili anche per il Golden Retriever dei test genetici per l’identificazione dei soggetti affetti o portatori di varie forme di Atrofia Progressiva della Retina, e precisamente sono stati individuati i seguenti markers: il marker per la prcd (progressive rod-cone degeneration), ed i due markers per la PRA del Golden (GR_PRA1 e GR_PRA_2). I due ultimi markers coprono rispettivamente il 2 ed il 15% delle forme conosciute di PRA nel Golden. I test possono essere richiesti presso numerosi laboratori in italia ed all’estero, tramite l’invio di un semplice campione biologico (vedi Bibliografia Consultata). Tali test consentono di classificare i soggetti riproduttori nelle seguenti categorie: affetto, portatore (carrier), esente. Poiché la patologia si trasmette ereditariamente secondo un meccanismo recessivo, i soggetti portatori e quelli esenti sono riproducibili (purché i primi vengano accoppiati soltanto con soggetti esenti), mentre i soggetti affetti vanno inderogabilmente esclusi dalla riproduzione, secondo la tabella di seguito illustrata e tratta dal sito Optigen (www.optigen.com):

Homozygous Normal       Normal/Clear      Can be bred to any dog, extremely
low risk of producing affecteds  Extremely low risk

Heterozygous    Carrier   Should be bred only to Normal/
Clear to remove risk of producing 
affecteds           Extremely low risk

Homozygous Mutant       Affected            Should be bred only to Normal/
Clear to remove risk of producing
affecteds Very high risk

Nonostante I test genetici finora disponibili non siano diagnostici per tutte le possibili forme ereditarie di PRA nel Golden (rendendo pertanto comunque necessario l’esame oftalmologico annuale per escluderle), essi rappresentano un prezioso strumento per gli allevatori, in quanto consentono di pianificare in sicurezza il proprio programma di allevamento anche in presenza di linee di sangue portatrici della patologia.

Il RCI suggerisce di sottoporre tutti i riproduttori a controllo annuale oculistico da parte di un veterinario specialista, per escludere la presenza delle patologie ereditarie illustrate e di altre patologie oculistiche riscontrate con minor frequenza.

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